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Curiosità

Calma e sangue freddo sì, ma fino a un certo punto: se vuoi qualcosa nella vita, meglio arrabbiarsi

Non sempre un’atarassica impassibilità è la migliore delle scelte nella vita: a volte arrabbiarsi può aiutarci molto per ottenere le cose.

«Con la dolcezza si ottiene tutto», ci si sente spesso dire davanti a un’arrabbiatura, anche la più sacrosanta. Frase alla quale si potrebbe tranquillamente replicare che «quando ci vuole, ci vuole!».

Non sempre arrabbiarsi ha effetti negativi, lo sapevate? – testandtell.it

Perdere le staffe davanti a qualche problema quotidiano è un atteggiamento malvisto: la mentalità comune considera la rabbia non solo un’emozione negativa, ma anche inutile e in fin dei conti controproducente. Ma le cose stanno davvero così? Arrabbiarsi è sempre un boomerang che produce prima di tutto effetti negativi per la persona arrabbiata? Le neuroscienze se ne sono occupate e la risposta non manca di stupire.

Quando arrabbiarsi può tornare utile

Certo: l’ira è una passione esplosiva che può essere distruttiva e anche autodistruttiva. Basti pensare che il termine con cui il tedesco indica il furore, ossia Wut, è associato alla passione distruttiva governata da Wotan, il dio germanico della guerra.

L’arrabbiatura è un’emozione potente che può farci venire il sangue amaro ma che in alcune situazioni può essere molto utile – testandtell.it

Ma c’è anche un moderato uso dell’ira che in alcune situazioni, spiegano i neuroscienziati, può avere effetti positivi aiutandoci a raggiungere in maniera rapida e ottimale i nostri scopi. Una conferma in tal senso giunge da uno studio scientifico della Texas A&M University e apparso sulla rivista americana Journal of Personality and Social Psychology. Gli esperti hanno condotto una serie di simulazioni e esaminato dei sondaggi per capire che ruolo avesse la rabbia nel perseguimento dei propri obiettivi personali.

Per comprenderlo i ricercatori hanno indotto nei partecipanti agli esperimenti (che hanno coinvolto oltre mille persone) varie risposte emotive, sollecitandoli poi a raggiungere gli obiettivi indicati. Bene, dagli esiti è emerso che più di altre emozioni la collera era stata in grado di migliorare la loro capacità di raggiungere risultati, specialmente in circostanze difficili. Arrabbiatura fa rima con efficienza dunque.

Arrabbiarsi? Può avere degli effetti positivi

Le simulazioni sono state differenti. In una di queste i volontari erano chiamati a risolvere degli enigmi linguistici dopo l’osservazione di immagini di varia natura pensate apposta per suscitare in loro emozioni contrastanti (reazioni negative, positive e neutre). Un altro esperimento invece aveva come scopo di raggiungere punteggi elevati in videogiochi con livelli di difficoltà diversificati.

Una maggiore determinazione nel raggiungere i propri scopi: ecco uno degli effetti della rabbia – testandtell.it

Bene, da tutti gli esperimenti è risultato che i soggetti “arrabbiati” avevano ottenuto punteggi più alti con tempi di reazione minori. Uomo arrabbiato mezzo salvato quindi? Qualcosa di simile.  In particolare i ricercatori hanno scoperto che più gli obiettivi erano impegnativi, maggiori erano gli effetti della rabbia. All’opposto le prestazioni erano meno efficienti quando gli obiettivi erano più semplici e i partecipanti non si adiravano. Va detto però che i risultati positivi, anche se in misura minore, sono stati riscontrati anche in associazioni a emozioni positive (come desiderio o divertimento).

La rabbia assolve dunque una funzione di propulsione emotiva, come emerge dall’analisi dei dati di diversi sondaggi avvenuti durante le elezioni presidenziali Usa del 2016 e del 2020 e che avevano coinvolto più di 1400 elettori. Prima di andare a votare, agli intervistati era stato domandato quanto si sarebbero arrabbiati in caso di sconfitta del loro candidato preferito. Inoltre dopo il voto hanno i partecipanti al sondaggio hanno specificato se avessero votato o meno e per chi. Anche in questo caso è emerso che gli elettori più propensi ad adirarsi per la sconfitta del loro candidato erano anche i più inclini a votare alle elezioni (anche se la rabbia non è legata alla scelta di un candidato, insomma democratici o repubblicani non hanno l’esclusiva dell’arrabbiatura a quanto pare).

Emiliano Fumaneri

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